È sempre stato molto attaccato al bestiame. Riconosceva ogni vitello, dal modo in cui si muoveva e dal suono dei campanacci. E così è rimasto fino ad oggi. Una volta, quando un contadino non riusciva a trovare la sua mucca nella nebbia, Hans ascoltò in lontananza e gli indicò dove si trovarla.
130 campanacci suonano su e giù, forti e silenziosi, con suoni alti e bassi tra i pascoli e il giogo. Appartengono alle vacche di razza Pezzata, Jersey, Sprinzen, Simmenthaler, Blu belga e Grigia alpina, le sue mucche preferite. „Ma come pastore“, aggiunge Hans, „non si possono fare favoritismi, perché se ne accorgono subito“. Quando si reca dal bestiame, non lo conta mai perché capisce subito se sono tutte qui. In primavera, quando arrivano all‘alpeggio per restare fino all‘autunno, annota i nomi degli allevatori, il numero dei vitelli e dei giovani bovini, esaminandoli tutti dalle corna agli zoccoli, perché ogni animale ha una caratteristica speciale.